Monday, November 13, 2006














I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes

I see a line of cars and they're all painted black
With flowers and my love both never to come back
I see people turn their heads and quickly look away
Like a new born baby it just happens ev'ry day

I look inside myself and see my heart is black
I see my red door and it has been painted black
Maybe then I'll fade away and not have to face the facts
It's not easy facin' up when your whole world is black

No more will my green sea go turn a deeper blue
I could not foresee this thing happening to you

If I look hard enough into the settin' sun
My love will laugh with me before the mornin' comes

I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes

Hmm, hmm, hmm,...

I wanna see it painted, painted black
Black as night, black as coal
I wanna see the sun blotted out from the sky
I wanna see it painted, painted, painted, painted black
Yeah!

Rolling Stones "Paint it Black"

Saturday, November 11, 2006

tributo a Mr McQueen motociclista Triumph

Friday, November 10, 2006


MARCHIO STUDIO REGISTRATO DA MICHELE

Apro questa finestrina di testo oggi, con un po di malinconia. Ieri ho fatto un pò di pulizia tra le mie vecchie cose, sto per fare un trasloco e quindi vanno via un pò di cose per allegerire il tutto.
E tra le vecchie cose cosa spunta fuori? Una vecchia copertina di un vinile...il gruppo sono i Prefab Sprout e il titolo dell'ellepi è Steve McQueen (1985)...ragazzi che tonfo nel cuore. Una copertina che ha stregato la mia vita, quella moto in copertina, la mitica Triumph Scrambler la moto del mio mito Steve McQueen. Qui potrei scrivere un racconto lunghissimo, quella musica quella foto hanno segnato la mia vita...è strano ma la cosa coincide con l'acquisto della mia Triumph Scrambler...chiudo la mia parentesi malinconica.

Thursday, November 09, 2006

Wednesday, November 08, 2006

installazioni urbane

Apro questo intervento con le tre tappe volte a introdurre il mondo affascinante quanto poco sconosciuto della street art. Forme marginali, talvolta abusive e per lo più aliene al sistema dell'arte, ma non per questo prive di genialità comunicativa a me tanto care. Sperimentazioni artistiche in via di normalizzazione, sempre più ricercate da noi pubblicitari per la loro immediatezza, per la loro capacità di solleticare, in maniera fresca e pungente, l'immaginario. Dopo l'arte dell'adesivo, dopo i più conosciuti graffiti, mi occupo ora di un genere poco conosciuto: gli interventi urbani.
Dietro questo nome apparentemente istituzionale si nascondono forme artistiche che utilizzano molteplici mezzi per ridefinire in modo immaginifico lo spazio urbano, ora alterandone i codici comunicativi, ora installando veri e propri totem urbani, ora realizzando scenografie capaci di modificare temporaneamente il paesaggio, perfino quello naturale. A tal proposito, il più noto street-artista di Magonza, autore di migliaia e migliaia di adesivi-mostriciattolo sparsi per tutta la Germania, ha recentemente realizzato degli addobbi contraddistinti dalle sue buffe iconografie da far penzolare agli alberi delle città tramite una corda. Ben più celebri sono invece le opere del collettivo parigino Space Invader. Si tratta di veri e propri mosaici, riproducenti gli alieni dell' 'antico' videogame Space Invaders, che vengono appesi, tessera dopo tessera, sui muri delle città. Da vero alieno, Space Invader sta invadendo con le sue opere il Pianeta Terra: da Tokio a Londra, da New York a Melbourne, sono moltissime le città che ospitano tali bizzarre opere, grazie anche a una sapiente campagna di vendita di gadjet promossa via Internet per l'autofinanziamento di queste mirabolanti imprese. Alcuni interventi urbani accentuano ulteriormente la tridimensionalità dell'operazione artistica, inserendo nei più grigi e anonimi quartieri delle metropoli installazioni policrome assolutamente sorprendenti. Patrick Smith, ad esempio, installa nei ghetti di New York veri e propri 'totem della creatività': si tratta di strutture verticali in legno, plexiglas e altri materiali, dipinte con fitte composizioni per lo più antropomorfe che ricordano alcune felici declinazioni dell'arte contemporanea africana, nonchè i più elaborati tra i totem indiani. Reinventare lo spazio urbano è un atto estetico che per taluni street-artisti implica uno stretto dialogo con segni e di/segni preesistenti. E' questo il caso del giapponese Zys, il quale, utilizzando semplicissimi stencil, ha ornato con fiori, cuori ed altre forme elementari le strisce pedonali di Tokyo. Anche i numerosi pittogrammi stradali raffiguranti l'uomo offrono agli street-artisti una facile occasione di alterazione segnica, dall'aggiunta di una gonna in vera stoffa al riposizionamento di alcune parti del corpo di questi schematici personaggi, come la gamba al posto della testa, o la testa "calciata" dal piede.
Morale della favola: le città brulicano di piccoli e spesso invisibili segni d'artista. A noi il piacere di coglierli, per goderne -nel tempo effimero di uno sguardo- la potenzialità creativa.
Appena potrò fotograferò questi segni creativi urbani, magari involontari, nella mia città, Bari. Invito anche voi lettori a passarmi degli scatti da pubblicare se siete interessati a questa ricerca.

tempo

Come tutte le cose si ha bisogno di tempo, anche un blog ha bisogno di tempo, questi giorni purtroppo ho avuto molto da fare...sarò presente prossimamente con nuove bloggate. Pazientate animali pazientate!

Sunday, November 05, 2006

scatto

non è una foto scattata in Canada o in Irlanda o forse in Germania...è un oleificio di Rutigliano. La luce fa magie, basta essere un pò attenti, fermare il tempo e fermarsi ad osservare, tapparsi di silenzio e impregnare la retina della luce. Che bello quando la riesci a leggere, quando ti fai sedurre da essa. La luce non è sempre la stessa anche se ci sembra scandire uguali le nostre giornate. La luce viene contaminata in continuazione da elementi, atomi che come piccoli operai fanno miscele chimiche nello spazio divertendosi con tutto quello che trovano a disposizione, ossigeno anidride ecc... la luce viene contaminata anche da altitudine dal freddo dal caldo ecc...La luce cambia anche a secondo di come ci sentiamo in quel determinato momento che la viviamo, è un pò come il profumo.Certi profumi ci ricordano determinate cose, persone momenti ecc...la luce secondo me si diverte anch'essa come il profumo, si diverte con il nosto cuore con la nostra anima. Io sono un amante della luce, mi faccio sempre cogliere impreparato dalle sue pazzie ma poi mi fa sentire complice delle sue trasformazioni. Trovo interessante nei miei viaggi captare le differenze di luce di osservarne i riflessi la densità delle ombre e il grado di bruciatura dei bianchi nelle ore di punta o zenithali. La luce vorrei fermarla ogni momento e farne un pantonario, come quello dei colori. Lavoro quasi impossibile, bisognerebbe avere una macchina fotografica ogni secondo della nostra giornata.Una soluzione ci sarebbe, non potendo classificare ogni tipo di luce, si può pensare di classificare le sensazioni che ogni tipo di luce può trasmettere...ci proverò pubblicando scatti fotografici con scritte le sensazioni che la luce in quel momento mi ha provocato.

scippo

o meglio nel nostro dialetto "u scipp", a Bari si dice così, ieri alla posta centrale andava per riscuotere la pensione e l'hanno scippata, la malcapitata settantenne cade dallo spostamento ricevuto dai due malfattori in motorino e si procura poche escoriazioni guaribili in poco tempo. I malfattori si dileguano nella città vecchia in sella di uno scuterone con targa coperta...questa vicenda di cronaca è di normale amministrazione nella mia città (non escludendo altre parti d'italia) solo che qui da noi accade più di frequente.
Ma e siamo ai ma...con lo scippo a Bari si rubano solo pensioni? No amici miei a Bari si scippa anche altro...sicuramente non troverete mai in questura una denuncia per furto di soggetto teatrale. Sicuramente pochi sanno che in giro ci sono pseudoartisti che rubano a destra e a manca facendosi proprie opere altrui. Questo accade a pittori scrittori musicisti ed anche perchè no pubblicitari. Questo che porto a conoscenza come caso è lo scippo di un lavoro teatrale. Non vorrei perchè si sa Bari è na "sputazza" e che prima o poi c'è la vendetta...ma io vorrei farlo. Rompere con questa omertà renderla pubblica, non si ruba tra fratelli, non si predica bene e si razzola male...bene questo articolo continuerà nei dettagli appena la persona che "scippata" me ne darà l'approvazione.

con retardo escribo.

Si dice che da due film a questa parte Pedro Almodovar ab bia fatto ritorno a casa. Con la Mala education ha, per la prima volta, parlato di suo padre. Con Volver ha riannodato il filo di tutta la sua filmografia ed è tornato a parlare di sua madre. Volver si presenta per quello che è. una giostra della vita, un inno alle pulsioni e alla solidarietà femminile, una storia di destini incrociati, una pellicola classica che mescola, Il romanzo di Mildred e Arsenico e vecchi merletti, ma anche un pò al neoralismo italiano ( Penelope Cruz, straordianria con il sedere posticcio e le sue acconciature che fanno omaggio alle maggiorate del dopoguerra).
Volver è tutto questo, ma è sopratutto un film sulla morte. Il film si apre con le donne di un villaggio della Mancha, che puliscono delle tombe di famiglia. Raimunda (Cruz), sua figlia Paula (Yohanna Cobo9, sua sorella Sole (Lola Duenas), sono in visita da Madrid. Eredi della protagonista di Che ho fatto per meritare tutto questo?, vanno incontro ad Augustina (Bianca Portillo), che il villaggio non l'ha mai lasciato, è una donna sola e in pena. I loro destini, annodati a quelli dei loro morti, si legheranno a quelli di altre morti e a quelli di fantasmi che tornano per accogliere e svelare segreti.
E' palese omaggio al mondo femminile mediterraneo, alla sua capacità di sopravvivenza, al corpo della donna e alla vitalità che esprime.
Con ritardo rispetto all'uscita del film scrivo questo articoletto, ma ho scoperto da poco questa invenzione chiamata blog.
Volevo semplicemente scrivere di questo film per me uno dei più belli del 2006 ed anche uno dei più belli di Pedro. GRAZIE PEDRO PER ESISTERE! A Ida la mia Penelope.

Saturday, November 04, 2006

omaggio ad una mia amica


un suo lavoro.


La vita è una danza gitana...
intorno ad un focolare al suon
di tamburi e sonagli...

grazie dell'omaggio, artista!












Dovere di pubblicare queste tue righe che come onde si infrangono nella nia sensibilità.


Elisa



UOMINI DI MARE

Non voglio ora discriminare tutta quella parte di umanità che per circostanze di vita o per occasioni mancate, ha eluso dall'esistenza il suo rapporto con il mare. Il mare è innanzitutto uno stato d'animo, un'inclinazione emotiva, una
vocazione congenita alla propria natura.
Si può essere uomini (o donne) di mare anche restando una vita intera sulla terra, poichè l'esperienza reale è a volte più debole e meno avventurosa di un anelito interiore e di tutto ciò che esso può determinare nella vita solo
pensata e imaginata.
Chi sono dunque gli uomini di mare? Ne ho incontrato qualcuno nel corso degli anni, più sui libri o nei sogni, a dire il vero, che sulle banchine di un porto; ma mettendo insieme i pezzi degli uni e i frammenti degli altri, mi sono fatta
un'idea di cosa intendo quando penso ad un uomo di mare.
Penso ad un essere che nel volto esprime bellezza e tormento; penso ad una voce capace di note profonde come di smisurati silenzi; penso ad una disposizione del vivere che, come direbbe Benedetto Croce, sia "l'unione del tumulto e della calma, dell'impulso passionale e della mente". Penso, tuttavia, ad un essere in qualche modo eletto, la cui anima sia solcata dalla scia di un'eterna ribellione, da un moto di vitale tensione.
E immagino anche che un uomo di mare navighi tra i suoi giorni e le sue notti cercando approdo nell'arcipelago dei sentimenti estremi e contrapposti, e sfugga sempre agli ancoraggi definitivi e irrevocabili.
Gli uomini di mare a cui penso hanno dentro di sè cieli azzurri e tersi sopra mari in burrasca; cercano lagune radiose tra le scogliere battute dal vento, riescono a costruire castelli di sabbia su una riva saccheggiata dalle onde dell'oceano.
Vivono insomma in quella selvaggia sponda della vita dove l'istinto e la ragione si combattono in un abbraccio inestricabile. Gli uomini di mare che vorrei incontrare hanno nei pensieri il respiro degli spazi sterminati, la perturbabilità delle emozioni, l'impeto di un'onda e la sua stessa resa.
Agli uomini di mare vorrei che il mare stesso avesse detto che quella solare superficie non è che l'altra faccia della sua profondità e che la calma di vento segue alla tempesta. Vorrei che dicesse loro, di come ogni ombra disegni l'esatto profilo del sole, così come ogni bagliore di felicità sia l'emersione dal sottofondo di un dolore.
Negli uomini di mare, le rare volte che li incontri, incroci quello sguardo impenetrabile di chi negli occhi riflette sempre un punto di fuga più lontano; è uno sguardo benevolo e fuggente; in quegli occhi, a guardar bene, vibra la luce
di una cieca infatuazione per la libertà.
Gli uomini di mare che ho letto e visto hanno sempre qualcosa di tutto ciò che ho scritto: li attraversa una corrente, li lambisce un'illusione, li tiene in vita un orizzonte. Nessuno di essi ha l'animo legato ad un ormeggio, il cuore fermo in porto e una rotta già scritta sulla carta. Per tutti loro il mare, mi è sembrato di capire, è la terra di una vita promessa, è il ricordo di una libertà negata, il risveglio di una libertà sognata. O, più semplicemente, l'aspirazione ad una vita che viva sopra le righe, sopra le onde, sopra le ore e i giorni.

ri-belli 2


Immagini quotidiane, prospettive cittadine attraversate da migliaia di volti, auto spesso di un colore solo, cassiere con mani che manipolano soldi, abiti nelle vetrine che dormono su manichini stanchi, programmi televisivi fragili, immagini che attraversano
il nostro quotidiano. Forme usuali che non esistono quindi cancello me stesso dallo spazio.
Mi fermo ad osservare una sedia, un oggetto che ha un utilizzo semplice, mi ci siedo e penso...cosa posso fare per renderla un punto fermo nello spazio, cioè una forma "inusuale" che rivendica la sua esistenza, elevarla ad oggetto di culto?
Ci pensano i designer ne fanno di belle, belle e funzionali. Ma bello e funzionale non è usuale, cioè malgrado lo sforzo del designer, la sedia non torna ad essere una sedia? Io credo di si, allora l'operazione è, come subliminare la sedia? Cioè renderla avulsa dal contesto iniziale e farla rimanere nella memoria dell'osservatore. La sedia mito, un pò come la sedia dell'Ikea prima di essere montata...montata parola altamente subliminale. Ho montato una sedia dell'Ikea, "lei godeva molto io anche", abbiamo avuto varie frequentazioni. La montavo e la smontavo, che goduria. La storia va avanti da mesi siamo fatti l'uno per l'altra, c'è feeling, attrazione e come si suol dire "chimica". Quel suo odore di vernice fresca, le sue gambe sode,
il suo legno liscio e vellutato. Ma come tutte queste storie due sono le conseguenze, o ci si innamora o ci si lascia.

Fina parte seconda
creazione "sedia amante" by michele

Friday, November 03, 2006

idea by michele

da Cimabue a Warhol

il gioco delle differenze



per gli amanti
della settimana enigmistica
...meditate animali meditate...

by michele

assolto o colpevole?




Qualche anno
fa ho creato
questo annuncio,
che ne pensate?

foto Barocca


Ma se il Barocco non si fosse diffuso in Europa cosa sarebbe accaduto? Saremmo rimasti alle icone bizantine? Credo di si, ma siamo sicuri che il Barocco abbia impregnato della sua interiorità tutta l'Europa? Tutta l'Italia? Io credo che nella mia città siamo ancora icone Bizantine.

Venerdì

Carne animale crocifissa, tra sacro e profano.
Quest'opera di Bacon esprime da sempre per me
un modello di pensiero da seguire.
Maestro Bacon ti regalo una costola!

hi Mr Francis Bacon

Thursday, November 02, 2006

ri-belli

Nascere belli è una responsabillità quotidiana, per i vanitosi doversi mostrare agli altri, per i modesti doversi nascondere.
Ma un ri-bello come si posiziona? Un ribello non ha pposizioni dichiarate è ribelle e basta. Per esempio Il ri-bello per eccellenza è Elvis Presley detto anche Elvis de Pelvis, temibile essere concentrazione di armonia bellezza e trasgressione, questo è essere ribelli. Ma il ribelle appartiene sfortunatamente anche ad una triste iconografia, quella dell'eroe. Triste perchè l'eroe passa ad altra vita di punto in bianco (o in rosso) quando meno ce lo aspettiamo con il suo atto eroico. Ed è li che avviene il "miracolo" il ribelle diventa bello e quindi ri-bello. Ma dove voglio arrivare o meglio da dove voglio cominciare, che vuol dire ci lasciano di punto in bianco, nell'uso comune del termine è una metafora per farci capire che qualcosa finisce, qualcosa muore. Ma come muore il nostro eroe? L'eroe deve morire in maniera eroica (ovvio) altrimenti che eroe è?
La maggior parte dei miti da me conosciuti sono morti: di cancro Steve McQueen, Elvis di cokctails di stupefacenti e alcool, Marylin assassinata, Morrison vedi Elvis...tutti belli! Ma una mucca come muore? La povera mucca o vacca. Lei non se la piange nessuno lei muore per morte da elettrodi alla testa, morte tra l'altro dolorosissima (consolante perchè è un dolore di breve durata).

Fine prima parte

responsabilità limitata


Mi assumo tutte le responsabilità
in merito a questo falso annuncio
creato da me.
...meditate animali meditate...

Wednesday, November 01, 2006

7000 Km (1 parte)


Bari Lisbona andata e ritorno in moto è una bella impresa.
E stata l'impresa di questa estate 2006, in 12 giorni, a tappe con pochi soldi ma tanta salute!
L'idea è partita da me ed il mio amico Vito, motociclista ardito di estrazione Harley culture.
Io sono di estrazione e tradizione Bmw. Due culture motociclistiche molto diverse, l'una basata sullo stile della "finta rozzezza", sul valore del riflesso dell'acciaio, il mito americano della rout 66 e la bandiera stelle e striscie. L'altro di cultura miteleuropea, motore che viene dalla germania dove non si sbaglia la sincronia di una valvola, dove ogni rumore di motore è una sinfonia di Wagner.

45° (dai miei racconti)

La sveglia suona alle 08.00 del mattino o come dicono qui in Messico alle 08am. Anti meridian definizione nord americana o come dicono qui "gringa" adottata dalla cultura sud americana, adottata è una parola che fa tenerezza, quindi la cambio con imposta. Ma ripeto ed il suono della sveglia si ripete, sono le otto e continuo a non capire nel risveglio se è sabato o domenica.
La confusione ristagna per qualche attimo nella mia testa, fino a che il silenzio dell'inno nazionale della scuola vicina fa chiarezza, è domenica. Sono patrioti da queste parti, la scuola è come una caserma e al mattino c'è l'alzabandiera.
La domenica regna il silenzio tra Insurgentes e la calle de Pilares, abito li al 71.
Una dependance con giardino, un pappagallo e una piscina in disuso. Ho le gambe ranicchiate e quando le muovo per alzarmi le sento scricchiolare. Sforzo da atleti mettersi su di domenica mattina alle otto, specialmente se si va a dormire con un litro di tequila nella pancia. La tequila viene prodotta dall'agave, quella pianta grassa che mi ricorda l'infanzia passata sulle nostre ventilate coste del sud. Li da noi l'agave cerca di dare un tono esotico ai bordi delle nostre strade, qui in messico l'agave è molto di più qui è questione di vita o di morte, qui è revoluciòn.

autoritratto nel deserto

a Mario



TE QUIERO

Tus manos son mi caricia
mis acordes cotidianos
te quiero porque tus manos
trabajan por la justicia

si te quiero es porque sos
mi amor mi cómplice y todo
y en la calle codo a codo
somos mucho más que dos

tus ojos son mi conjuro
contra la mala jornada
te quiero por tu mirada
que mira y siembra futuro

tu boca que es tuya y mía
tu boca no se equivoca
te quiero porque tu boca
sabe gritar rebeldía

si te quiero es porque sos
mi amor mi cómplice y todo
y en la calle codo a codo
somos mucho más que dos

y por tu rostro sincero
y tu paso vagabundo
y tu llanto por el mundo
porque sos pueblo te quiero

y porque amor no es aureola
ni cándida moraleja
y porque somos pareja
que sabe que no está sola

te quiero en mi paraíso
es decir que en mi país
la gente viva feliz
aunque no tenga permiso

si te quiero es porque sos
mi amor mi cómplice y todo
y en la calle codo a codo
somos mucho más que dos

Mario Benedetti

Che presunzione esibire degli scritti altrui, peggio se si tratta di una poesia. Mi scuso con il mondo intero, vorrei solo aprire il mio blog con la pubblicazione di una delle mie poesie preferite, scritta da Mario Benedetti. La pubblico in lingua originale cioè lo spagnolo. Credo nella purezza dell'espressione, il cuore e il pensiero di Benedetti in questa vita si esprime in spagnolo e tale natura così com'è dev'essere rispettata e non contaminata.

Open = Exit


Scrivere un commento blog su di una pagina blog in una giornata blog non è cosa facile, poi specialmente se la giornata si preannuncia piatta. Bene sono entrato nel mio OPEN SPACE VIRTUALE...cos'è un open space? O meglio cosa intendo io per open space. Come al solito noi italiani adottiamo parole e frasi proveniente da altri paesi, come appunto in questo caso. Dall'inglese: open = aperto space = spazio, che buon insegnante che sono, scusate se mi dilungo su certe questioni ma è per spiegare il perchè della mia scelta di questo nome o meglio naming. Open è una parola che adoro, "open mind" dall'inglese = persona dal pensiero aperto (un pò macabra espressione). Espressione che racchiude il senso che do alla mia vita e cioè essere una persona dalle vedute aperte e di conseguenza CURIOSA! Chi è curioso quindi di larghe vedute quindi open mind è sempre giovane e campa all'infinito. Si il segreto secondo me dell'eterna giovinezza è la curiosita, lacuriosità è la poesia dell'infanzia, la curiosità è il rischio el percorso della vita, non ci fosse la nostra esistenza sarebbe piatta! Allora in questo mio open space tra l'altro "free" cioè libero, vorrei incuriosire e nello stesso tempo incuriosirmi, scoprire ogni giorno che esiste il mondo. Il segreto della giovinezza è la CURIOSITA'!

La foto "exit" è una mia creazione, non può essere utilizzata.

Libertà d'espressione sempre!